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16.05.10 - 09:19
Nella polemica riaccesa qualche settimana fa da un parlamentare ginevrino sulla messa in pericolo della coesione nazionale dovuta all'uso del dialetto svizzero tedesco, l'opinione del linguista ticinese Matteo Casoni: "Importante potenziare l'insegnamento dell'italiano in Svizzera"
Ticinonlilne/Pd'A
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Nella polemica riaccesa qualche settimana fa da un parlamentare ginevrino sulla messa in pericolo della coesione nazionale dovuta all'uso del dialetto svizzero tedesco, l'opinione del linguista ticinese Matteo Casoni: "Importante potenziare l'insegnamento dell'italiano in Svizzera"

BERNA - E' ormai settimane che in Svizzera romanda si dibatte sulla questione della comprensione reciproca tra svizzeri tedeschi e svizzeri francesi. Una brace accesa che cova sotto la cenere. Basta un soffio e i fuochi della polemica si riaccendono. L'ultima in ordine di tempo è stata riattizzata qualche settimana fa dal parlamentare ginevrino dei Verdi Antonio Hodgers che, trasferitosi a Berna a gennaio per migliorare il suo tedesco si trova confrontato, con suo disappunto, con parlanti che parlano solo dialetto, il cosiddetto "Schwitzerdütsch", facente parte della variante della lingua tedesca alemanna.

Hodgers, vistosi confrontato con evidenti difficoltà linguistiche, ha invitato gli svizzeri di lingua alemanna a utilizzare l'Alto tedesco invece del dialetto "per non mettere in pericolo la coesione nazionale". Ma per molti svizzeri tedeschi, il loro non è un dialetto, bensì una vera e propria lingua. Tanto che la parlano con tutti, anche con chi di lingua madre tedesca non è. Svizzeri tedeschi poco flessibili e irrispettosi nei confronti di chi si sforza a parlare tedesco? "No - ci ha raccontato una signora zurighese che in ufficio era stata richiamata dal suo capo perché si rivolgeva in dialetto anche con i colleghi romandi. La nostra è una lingua a tutti gli effetti e farei della discriminazione se a degli altri svizzeri o stranieri parlassi l'Alto tedesco, quello di Germania. In qualche modo li farei sentire diversi da me. E quindi non svizzeri".

Ben differente è la situazione in Ticino. Il dialetto ticinese, classificato appartenente al lombardo occidentale, è considerato come un vero e proprio elemento identitario parlato ormai in famiglia o con gli amici più stretti.

L'utilizzo del dialetto e i timori della sua estinzione, la comprensione linguistica tra svizzeri, l'importanza del plurilinguismo svizzero, la distinzione tra lingua e dialetto sono alcuni dei temi affrontati dal professor Matteo Casoni, dell'Osservatorio linguistico della Svizzera italiana.

Professor Casoni, lo svizzero tedesco è un dialetto medievale parlato in varie forme. Perché è da considerare un dialetto e non una lingua?
La questione attorno alle nozioni di "lingua" e "dialetto" è complessa. Va anzitutto osservato che la differenza fra lingua e dialetto non è di natura linguistica. Il dialetto, ogni dialetto, è una lingua, perché ha una sua struttura, una grammatica, dei principi che ne regolano l'uso e il funzionamento. La differenza tra lingua e dialetto è di natura sociale, o per meglio dire di carattere sociolinguistico. Quando osserviamo una comunità, vediamo che le diverse lingue usate hanno posizioni e funzioni sociali diverse. Per riprendere una bella definizione del linguista Gaetano Berruto possiamo dire che una lingua (poniamo l'italiano) è un dialetto che "ha fatto carriera", che ha avuto successo in tutti gli ambiti d'uso, da quello più formale a quello più quotidiano, da quello scritto a quello parlato. In questo senso, possiamo definire lo Schwitzerdütsch un dialetto, rispetto al tedesco che è lingua nazionale e ufficiale. Mi permetta inoltre un appunto: la nozione di ‘dialetto medievale’ è molto discutibile; allo stesso modo si potrebbe dire che l’italiano è una lingua medievale.

Come mai gli svizzeri tedeschi, contrariamente agli olandesi, non sono mai riusciti a codificare il loro dialetto in lingua?
Perché non c'è stata l'esigenza: nella Svizzera tedesca un idioma codificato come "lingua" nel senso spiegato prima, di idioma presente e funzionale a tutti i livelli, c'è già: il tedesco. Comunque va aggiunto che lo svizzero tedesco è sì un dialetto, ma con uno statuto e un uso sociale particolarmente importante: lo svizzero tedesco è usato in molti ambiti anche formali, quali per esempio dibattiti e trasmissioni televisive.
Si può anche dire che se la differenza tra dialetto e lingua è di tipo sociolinguistico, si può anche aggiungere che sono le circostanze storiche a fare di un dialetto una lingua (a “fargli far carriera”, per riprendere l’immagine di Berruto), come per esempio il bisogno di adottare una propria lingua nazionale, di averne una versione scritta e più o meno rigidamente codificata, ecc.

Negli ultimi anni si registra una forte ondata migratoria proveniente dalla Germania. Il timore di molti è che i tedeschi abbiano più possibilità di trovare una collocazione professionale migliore rispetto allo svizzero-tedesco grazie alle loro competenze linguistiche. Perché è più importante oggi rispetto a ieri saper parlare l’Alto Tedesco per gli svizzeri tedeschi?
In primo luogo va detto che avere competenze in più lingue è più vantaggioso rispetto a conoscere una lingua sola. Da un punto di vista professionale ed economico indubbiamente la conoscenza anche del tedesco (e delle altre grandi lingue di cultura, italiano, francese, inglese) è fondamentale per accedere a un mercato del lavoro internazionale. Del resto ciò vale non solo per gli svizzeri tedeschi, ma per chiunque.
Inoltre, se lo svizzero tedesco è la lingua più usata nella quotidianità, i compiti formali-alti richiedono indubbiamente il tedesco standard.

In Svizzera ci si vanta di conoscere più lingue straniere rispetto a italiani, tedeschi e francesi. Italiani, francesi e tedeschi si dice che abbiano una maggiore competenza e padronanza della loro lingua madre. Lei può confermare questa osservazione? Non sarebbe meglio potenziare, anche in Ticino, le ore d’insegnamento della lingua italiana?
Non si può dire che in Germania si abbia una competenza e padronanza del tedesco maggiore rispetto alla Svizzera. E questo non vale nemmeno per i parlanti italiani rispetto a quelli svizzeri italiani. È importante non confondere le competenze dei parlanti con quelle che sono differenze linguistiche dovuto al territorio in cui una lingua è parlata, e che sono differenze del tutto naturali, normali, dovute al fatto che l'italiano o il tedesco sono lingue nazionali svizzere, con una loro storia e una parziale autonomia rispetto all'italiano d'Italia o al tedesco di Germania. Riguardo all'insegnamento dell'italiano è più importante potenziarlo al di fuori del nostro cantone, affinché il plurilinguismo degli svizzeri sia ancor di più effettivo.
 
Un’osservazione emersa nel dibattito sul rapporto tra romandi e svizzeri tedeschi è il fatto che questi ultimi hanno cominciato a parlare dialetto per distinguersi dai tedeschi, sconfitti nella seconda guerra mondiale. Eppure i dialetti alemanni sono parlati anche nel Baden e in Alsazia. Quanto è importante nell’era della globalizzazione il dialetto come fattore identitario?
Il dialetto svizzero tedesco era parlato ben prima della seconda guerra mondiale, ma indubbiamente le circostanze di quel periodo ne hanno rafforzato l'uso anche come affermazione di una specificità nei confronti della Germania nazista. La lingua è una delle possibilità che abbiamo, accanto ad altre, per esprimere la nostra identità, la nostra cultura. In questo senso il dialetto  e tutte le lingue di minore diffusione, sono importanti in un contesto globale, perché rappresentano un patrimonio culturale e inducono ad un atteggiamento di apertura alla diversità e alla varietà.
E comunque, anche nelle situazioni in cui si impone una lingua per così dire 'globalizzante', come per esempio l’inglese, si assiste a quella che a volte viene chiamata una ‘dialettizzazione della lingua’, cioè alla sua diffusione in una forma più o meno differente dallo standard che permette di identificare da un punto di vista geografico, sociale, a volte anche generazionale, i parlanti.

Foto Ticinonlilne/P.D'A.

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